Domenica, 15 ottobre, alle ore 19.45, vi aspettiamo all’inaugurazione della nostra sede in via Giotto 24-26 Castellana Grotte.
Subito dopo l’inaugurazione prenderà il via la rassegna di documentari “Chiamata all’Azione” con il docu-film SEED – The Untold Story.
La rassegna si concluderà domenica 22 Ottobre.
Seguiranno sette film e sette discussioni programmatiche.
16 ottobre, ore 20.30
Discussione tematica “Farine del mulino a pietra della Fondazione”
(animatori-mugnai, Piero e Cesare)
Alle 21.15: The Last Farmer (L’ultimo contadino)
Regia di Giuliano Girelli.
Italia (2011) (audio in lingua italiana)
Le colture contadine sfamano il 70% della popolazione mondiale, contro il 30% dell’agricoltura industriale, eppure milioni di contadini o ex-contadini vivono con meno di due dollari al giorno.
Un documentario per il progetto finanziato dall’Unione europea “Creating coherence on trade and development”, che si occupa dello stato dell’agricoltura contadina nello scenario del neoliberismo globalizzato, raccogliendo tre storie in Indonesia, Guatemala e Burkina Faso.
“Neoliberismo, globalizzazione e agricoltura contadina” è il sottotitolo che accompagna il documentario. Il contadino indonesiano, del Burkhina Faso, del Guatemala, così come il piccolo produttore agricolo del ricco occidente, sono accomunati dalla stessa politica economica globale che ha lentamente espulso questa figura dal panorama produttivo internazionale, e con lei interi ecosistemi fondati sulla biodiversità delle specie e sulla sostenibilità delle micro-società locali. Le condizioni di fatica ed emarginazione dei contadini poveri sono simili in tutto il pianeta.
17 ottobre, 20.30
Il veleno è in tavola (O veneno està na mesa)
Regia di Silvio Tendler
Brasile 2011 (sottotitolato in italiano)
Dal 2008 il Brasile è il maggior consumatore di agro-tossici nel mondo: ogni brasiliano consuma in media 5,2 litri di agro-tossici all’anno. La salute dei lavoratori brasiliani costa 50,8 miliardi alle casse pubbliche, le imprese cerealicole e sementiere transgeniche riscuotono diritti sui brevetti (royalities) dai contadini, che hanno l’obbligo di utilizzarli, e poter così usufruire di incentivi fiscali da parte dello Stato per lo sviluppo della loro azienda.
In Brasile l’introito economico delle lobby degli agro-tossici supera i 7 miliardi di dollari. La promessa del “più cibo per tutti” della Rivoluzione Verde ha sradicato l’agricoltura familiare e la sua eredità per dare spazio a monocolture, ad una agricoltura intensiva che dagli anni ’60 ha implicato un inarrestabile crescendo (e circolo vizioso) nell’uso di pesticidi e nell’uso dei semi transgenici. Il risultato: la perdita progressiva della fertilità dei suoli, della varietà colturale e della libertà di coltivazione, tutto questo dietro il pretesto di una maggiore e migliore produttività. E per l’uomo, sorvolando sugli aspetti sociali, il malessere, la malattia, la morte.
Contro il modello agricolo imposto dall’agro-chimica si battono tanti piccoli produttori brasiliani consapevoli, che danno esempi virtuosi di produzione biologica, con il recupero di sementi creoli, nonostante la mancanza di quegli incentivi statali che vanno invece alle imprese agricole utilizzatrici di pesticidi e transgenici.
Seguirà discussione tematica “Cosa finisce sulle nostre tavole?
(animatore Vittorio Mattioli)
18 ottobre, ore 20.30
Lo zucchero uccide (Sugar Coated)
Regia di Michèle Hozer
Canada 2015 (con audio in italiano)
Nel corso degli ultimi trent’anni, la maggior parte dei nutrizionisti ha condotto una campagna per cambiare le vecchie abitudini alimentari. Il nemico numero uno della salute erano i grassi che andavano eliminati per quanto possibile, privilegiando una dieta a base di carboidrati.
Nessuno però, fino a poco tempo fa, si è posto questa domanda: e se il vero nemico fosse un altro? Un assassino dolce, insospettabile: lo zucchero.
Ricerche recenti stanno confermando questa ipotesi che per molti medici è una realtà inconfutabile. Una realtà che però l’industria alimentare ha tentato e tenta di nascondere, come di fatto ha celato – per decenni – la presenza di dolcificanti negli alimenti preconfezionati.
Obesità, diabete, malattie cardiovascolari sono in continuo aumento e non toccano solo i paesi industrializzati. Secondo alcuni esperti, non a caso attaccati con durezza dalle grandi multinazionali dell’alimentazione, siamo di fronte a una “bomba dietetica” che se non verrà disinnescata avràconseguenze catastrofiche sulla salute di tutta l’umanità.
Il documentario getta uno sguardo critico sul nostro rapporto con lo zucchero, considerato ormai un assassino silenzioso.
Seguirà discussione a tema “Si può vivere senza zucchero?”
(animatrice Patrizia Mastroleo)
19 ottobre, ore 20.30
Amore, Cucina e…. Curry
Regia di Lasse Hallstrôm, prodotto da Steven Spielberg
India, Emirati Arabi Uniti, USA (2014) (in lingua italiana)
In “Amore, cucina e… curry”, Hassan Kadam (Manish Dayal) interpreta un genio della gastronomia, che non sbaglia mai un colpo. La famiglia Kadim, emigrata dall’India e guidata dal capofamiglia, Papa (Om Puri), si stabilisce nel caratteristico villaggio di Saint Antonin Noble Val, nel sud della Francia. Un posto incantevole e raffinato, il luogo ideale dove aprire Maison Mumbai, un ristorante indiano a conduzione familiare. Ma le cose cambiano nel momento in cui Madame Mallory (Helen Mirren), l’algida titolare e cuoca del rinomato ristorante francese Saule Pleureur, non si intromette. Le sue implacabili proteste contro il nuovo ristorante indiano che dista solo 30 metri dal suo, danno luogo ad un’accesa battaglia fra i due locali, fino a quando la passione di Hassan per l’alta cucina francese e per Marguerite (Charlotte Le Bon), la deliziosa “sous chef” di Madame Mallory, non riuscirà ad amalgamare magicamente le due culture, regalando a Saint- Antonin nuovi sapori di cucina e di vita che neanche Madame Mallory potrà ignorare. La donna, infatti, sarà disposta a riconoscere il talento culinario del suo rivale e a prenderlo sotto la sua ala protettiva. “Amore, cucina e… curry” abbonda di sapori tangibili e inebrianti. Il film racconta il trionfo della tradizione del cibo familiare nonostante l'”esilio”, e ritrae due mondi in conflitto fra loro, con un giovane deciso a tutti i costi a ricreare il conforto della propria casa attraverso la sua tradizione culinaria.
Seguirà discussione a tema “Olio buono e olio cattivo? Prove d’assaggio…”
(animatore Franco Matarrese)
20 ottobre, ore 20.30
La verità del glifosato – Le Iene
Regia di Gaetano Pecoraro
Italia 2016 (in lingua italiana)
Nel nuovo appuntamento de “Le Iene Show”, si parla del glifosato, un diserbante classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come “probabilmente cancerogeno per l’essere umano“. L’inchiesta è stata condotta da Gaetano Pecoraro, che si è recato in Argentina, la nazione che utilizza maggiormente questo diserbante non selettivo utilizzato in agricoltura per le coltivazioni geneticamente modificate. Un terzo della popolazione argentina entra in contatto diretto o indiretto con il glifosato, il cui utilizzo in agricoltura ha però provocato cambiamenti sanitari preoccupanti. Alcuni famigliari delle vittime racconteranno come si vive quotidianamente a contatto con queste sostanze agrochimiche. Il problema, però, non è circoscrivibile alle persone che vivono in Argentina: nelle distese di campi di questa nazione vengono, infatti, prodotti alimenti che poi sono esportati nel resto del mondo.
In Italia, dal 22 agosto 2016 è ormai vietato usare glifosato in luoghi pubblici come “parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”. È vietato anche impiegarlo in agricoltura nel periodo che precede il raccolto e la trebbiatura (cioè quando finisce per restare quasi tutto su ciò che mangeremo). Ma quanti lo stanno ancora utilizzando?
Seguirà discussione “Glifosato e ogm – quali conseguenze per ambiente e salute?”
(animatrice Brigitta Flau)
21 ottobre, ore 20.30
Food RelOVution – tutto ciò che mangi ha una conseguenza
Regia di Thomas Torelli, Italia (2017)
“Food ReLOVution: tutto ciò che mangi ha una conseguenza” è un coinvolgente e rivelatore documentario che esamina le conseguenze della cultura della carne in vista della crescente preoccupazione per gli impatti sulla salute, sulla fame nel mondo, sul benessere degli animali e sull’ambiente. L’obiettivo è mostrare come questi problemi globali riguardino tutti e siano correlati tra loro. Oggi anche solo fare la spesa in maniera consapevole, sapere cosa si compra e cosa si mangia, è il primo importantissimo passo verso un mondo migliore. Il film vuole essere uno strumento stimolante di comprensione e di informazione,che ci ricorda che abbiamo il potere di cambiare le cose se vogliamo davvero, a cominciare da noi stessi. Tutto ciò che mangiamo ha una conseguenza. Essere consapevoli di questo, ci aiuta a capire qual è, a capire l’importanza delle nostre scelte quotidiane. A spronarci a compiere azioni basate sullacoerenza, la consapevolezza e l’amore che nasce dal rispetto per la Vita. Il cambiamento che stavamo aspettando inizia con noi stessi. La scelta è la nostra arma più potente, impariamo ad usarla. Solo allora potremo dare un contributo a cambiare il mondo.
Non bisogna affidarsi solo ai dogmi alimentari imposti dalla società ma conoscere ciò che si mangia, l’unico modo per dare inizio alla rivoluzione. Fatta con amore.
Scegliere ciò che mangiamo con consapevolezza è un atto rivoluzionario che può cambiare il mondo.
Seguirà discussione a tema “Nutrirsi bene è possibile?”
(animatori Annarita D’Urso e Luigi Caforio di MAIAKERA)
22 ottobre, ore 20.30
ATTENZIONE !!!!
Cambiamento programma!!!
Stasera, domenica 22 ottobre, vediamo il film
L’Economia della Felicità.
Regia di Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick, John Page
USA, Francia, Germania, Gran Bretagna, Australia, India, Tailandia, Giappone,
Cina, Nicaragua (2011)
I pensatori e i contadini che sono intervistati nel film vengono da ogni continente e rappresentano gli interessi della stragrande maggioranza di persone sul pianeta. Il loro messaggio è chiaro: se vogliamo rispettare e rivitalizzare la diversità sia biologica che culturale dobbiamo tornare a localizzare l’attività economica. Essi sostengono che la transizione sistematica dall’economia globalizzata a quella locale è quasi una formula magica che ci permetterà di ridurre la nostra impronta biologica e, allo stesso tempo, ci permetterà di aumentare il benessere dell’uomo.
Al termine della proiezione di questo film ci scambieremo le nostre idee sugli argomenti trattati.