“La Fondazione promuove la nutrizione sana come moderno modello
di vita e valorizza regimi alimentari, stili di vita, attività
di ricerca e approcci clinici aderenti ai valori posti
alla base della sua esistenza.” (dallo Statuto della Fondazione)
Queste parole sintetizzano l’idea di fondo che anima l’attività della Fondazione rispetto ad un attualissimo e delicatissimo tema politico: il diritto degli esseri umani alla buona nutrizione, cioè ad assumere alimenti portatori di buona salute.
L’industrializzazione massiva dei processi produttivi nel settore alimentare ha portato al più grande paradosso dell’era moderna: al nostro occhio si presentano migliaia e migliaia di prodotti, ma in realtà essi sono assai diversi a livello di confezionamento e sostanzialmente identici nei contenuti.
L’alimento-simbolo della nostra dieta mediterranea – la pasta – è l’esempio più emblematico della realtà: sugli scaffali di un qualsiasi reparto “food” troviamo il prodotto venduto con decine di marchi e su ogni confezione potremo notare caratteristici trulli, belle massaie, spighe dorate, mulini a pietra e contadini all’opera con una falce in pugno. Se il grano usato è di provenienza canadese o bombardato di glifosato non lo scrive nessuno, con quale mulino è stata lavorata la semola resta un segreto, a quale temperatura è stata asciugata la pasta non verrà riportato da nessuna parte e meno che mai avremo una qualche informazione su aflatossine, furosine, indici dei carichi glicemici o residui tossici presenti nel prodotto prima e dopo la cottura.
Al giorno d’oggi ci siamo abituati a valutare la “bontà” di un piatto di maccheroni esclusivamente in base ad un solo parametro: il gusto. Ma siamo sicuri che il nostro gusto non sia condizionato o distorto, ad esempio a causa della prolungata e abituale assunzione di alimenti basati su zuccheri e farine raffinate o grassi idrogenati?
E siamo certi che gli additivi alimentari non siano utilizzati anche per “orientare” il gusto, dirottandolo verso prodotti di scarsa qualità, basso prezzo e altissimo ricarico?
Con l’olio d’oliva o le mozzarelle abbiamo toccato con mano la realtà: prodotti scadenti, realizzati con materie prime di bassa qualità o mediante devastanti processi industriali. Nella maggior parte dei casi, i consumatori esprimono un giudizio più positivo rispetto a prodotti di qualità eccellente, almeno ai primi impatti. Tuttavia, dopo diverse prove e utilizzando il supporto di una ricerca o di un’analisi di laboratorio, la situazione tende a mutare.
La Fondazione, attraverso il progetto dell’alimentazione buona, vuole combattere questa battaglia, certamente non facile, ma meno difficile di quello che comunemente si pensa.
I protagonisti centrali di questa sfida sono i contadini e i produttori agricoli. Dopo di loro giocano un ruolo importante i trasformatori (es. industria di trasformazione, tecnologi alimentari, produttori di macchinari e tecnologie, ecc.). A monte e a valle di queste figure hanno un ruolo delicatissimo e decisivo i ricercatori, i laboratori e le tecniche analitiche, i medici, i nutrizionisti, le istituzioni preposte alla tutela della salute e lo Stato, a partire dalle sue articolazioni territoriali).
La Fondazione vuole cercare nel mondo contadino le radici e il futuro della nutrizione salutistica, ridando ruoli e caratteri forti a tutti gli alimenti buoni e sani. La qualità alimentare si fonda sul principio di base della bio-diversità concepita come risorsa della natura e patrimonio sociale non solo del genere umano ma di tutti gli esseri viventi del pianeta. Cioè il contrario esatto dei disvalori propugnati e attuati dalle multinazionali delle manipolazioni e della monocoltura.
Quanto più è ampio lo spettro della bio-diversità, tanto più aumentano le possibilità di produrre beni salutari: è la natura, insieme alla maestrìa dei contadini, a far crescere bene quello che ci fa bene. La bio-diversità è la precondizione per migliorare ogni giorno i doni della terra, che devono trovare nella ricerca, nell’industria e nel commercio le leve per promuovere le cose buone.
I contadini sono i veri custodi del patrimonio primario e la Fondazione vuole sostenere un processo di crescita economica del mondo contadino. Per questa ragione le imprese agricole che sceglieranno di operare attraverso gli scopi, gli interventi e il sostegno della Fondazione, saranno nostri partner, sempreché accettino le regole di trasparenza imposte dal codice etico contenuto nello Statuto della stessa Fondazione.
I contadini partner potranno utilizzare tutte le strutture e i canali della Fondazione per presentare e vendere i loro prodotti, per promuovere progetti di ricerca, per realizzare innovazioni di prodotti, per associarsi o consorziarsi, per avanzare proposte e iniziative di carattere amministrativo o legislativo.
I partner, attraverso il sito della Fondazione, avranno a disposizione una vetrina qualificata, che attraverso schede tecniche dettagliate e precise, metterà i cittadini nella condizione di valutare con trasparenza e oggettività le loro produzioni.
Dopo questo primo passo potremo parlare di ricette, alimenti funzionali o nutrizione salutistica….
Adesso stiamo compiendo il primo passo. E siamo molto soddisfatti dell’avvio del progetto.